È l’ora in cui dai rami parton le note chiare
Dell’usignolo; è l’ora in cui da innamorate
Anime le promesse escon più dolci e care
In parole interrotte e appena bisbigliate.
L’aure gentili e l’acque, con suono ammaliante,
Molcon l’orecchio al tardo, solingo viandante;
Le rugiade anno asperso ogni fior levemente,
Ogni stella all’usato ritrovo è in ciel presente;
Un azzurro più cupo è disceso nell’onde;
Una tinta nerastra à coperto le fronde;
Sparso pel firmamento è quel chiarore oscuro,
Nell’incerta sua luce cosi amabile e puro,
Che del morente giorno al tramonto succede,
Quando al raggio lunare il crepuscolo cede.
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