È l’ora in cui dai rami parton le note chiare

Dell’usignolo; è l’ora in cui da innamorate

Anime le promesse escon più dolci e care

In parole interrotte e appena bisbigliate.

L’aure gentili e l’acque, con suono ammaliante,

Molcon l’orecchio al tardo, solingo viandante;

Le rugiade anno asperso ogni fior levemente,

Ogni stella all’usato ritrovo è in ciel presente;

Un azzurro più cupo è disceso nell’onde;

Una tinta nerastra à coperto le fronde;

Sparso pel firmamento è quel chiarore oscuro,

Nell’incerta sua luce cosi amabile e puro,

Che del morente giorno al tramonto succede,

Quando al raggio lunare il crepuscolo cede.

Per leggere interamente Parisina nella traduzione di Nazzareno Trovanelli, fai clic qui:

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