Giungla domestica

di Gilda Musa

L’intelligenza della natura e la violenza

L’ambiente di “Giungla domestica” è una grande serra che sembra vivere una sua misteriosa stagione meditativa. Protagonista è Costanza, giovane e appassionata botanica che tenta nuovi innesti, irrorazioni, prove elettriche. Ed ecco che nell’eden esplode la violenza. Costanza sarà coinvolta nella spirale di un amore in frantumi e di un altro amore che risale, come un fiore o un arbusto, lungo le radici dell’infanzia. Opera seminale della science-fiction italiana, pubblicata nel 1975 e mai più riproposta – finora – al pubblico italiano, “Giungla domestica” supera ogni schema per diventare opera di ricerca e di scoperta poetica.

Gilda Musa

Gilda Musa è nata in Emilia Romagna, a Forlimpopoli, nel 1926, figlia dello xilografo Romeo Musa, si laurea in Lettere a Milano e si specializza in Germanistica a Heidelberg, per poi diplomarsi in lingua inglese a Cambridge. Moglie dello scrittore e critico Inisero Cremaschi, è considerata una delle voci più rilevanti del panorama fantascientifico italiano. La sue produzione abbraccia inizialmente la poesia, per poi passare alla fantascienza con i romanzi Le grotte di Marte (1974), Giungla domestica (1975), Fondazione “Id” (1976), Dossier extraterrestri (1978) e L’arma invisibile (1982), oltre a numerosi racconti raccolte in svariate antologie, tra cui “La farfalla sul soffitto” (1988) e “Festa sull’asteroide” (1972). Gilda Musa muore a Milano nel 1999.

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Un ritorno al luogo d'origine e alla sua letteratura

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